“Un Boss In Salotto”, Rocco Papaleo Nei Panni Di Un Camorrista Dal Cuore Buono

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È difficile dire la verità a qualcuno che si ama? Secondo i protagonisti di Un boss in salotto – film di Luca Miniero del 2014 con Paola Cortellesi e Luca Argentero, in onda stasera alle 21.35 su Canale 5 – sì. Cosa accade, però, quando le verità nascoste tornano a galla e rischiano di fare del male proprio a chi si ama?

Un boss in salotto, la trama del film

La famiglia Coso vive in una villetta a schiera in un quartiere residenziale di Bolzano. Cristina D’Avola (Paola Cortellesi) è una donna intraprendente, focalizzata sulla scalata sociale. I figli Vittorio (Saul Nanni) e Fortuna (Lavinia De’ Cocci) frequentano una scuola privata e sono vittime dei sogni di gloria della madre. Il primo è un adolescente introverso, che rifiuta i dettami della famiglia. La seconda incarna l’identikit della figlia perfetta, eccellente a scuola, educata e appassionata di danza classica. Nessuno dei due è felice, ma Cristina si rifiuta di osservare e ascoltare i propri figli. È convinta che frequentare gli ambienti giusti e le persone giuste basti per raggiungere le vette più alte. Dunque, stressa il resto della famiglia affinché si faccia sempre la scelta… giusta.

Nella scalata sociale è compreso anche il marito Michele (Luca Argentero), un uomo insicuro, succube delle richieste della moglie. Per sembrare ancora più rispettabili, infatti, non badano a spese, ma le entrate sono esigue e Michele non è capace di dire no. Lui lavora per Carlo Manetti (Alessandro Besentini), proprietario dell’azienda più importante della città, ed è in corsa per la promozione a direttore marketing. Uno scatto di carriera che lo aiuterebbe a ritrovare un po’ di serenità, dopo essersi rivolto agli usurai per far fronte alle esigenze familiari.

L’arrivo inaspettato di Rocco Papaleo

La quiete della famiglia Coso viene stravolta quando la polizia convoca Cristina in caserma. In un attimo, il passato torna a bussare e si scopre che quest’ultima si chiama Carmela Cimmaruta ed è la sorella di Ciro (Rocco Papaleo), accusato di essere un boss della camorra. Cristina, infatti, ha cambiato il proprio nome anni prima perché si vergogna delle proprie origini. La famiglia è all’oscuro di tutto, al punto che sia il marito sia i figli credevano che lo zio Ciro fosse morto. In attesa del processo, invece, trascorrerà gli arresti domiciliari a casa loro, e, sin da subito, la sua presenza altera gli equilibri familiari.

Rocco Papaleo nel film “Un boss in salotto”. (Gianni Fiorito/Cattleya)

Troppo debole per affrontare una simile onta, Cristina fa di tutto affinché nessuno scopra la verità sul fratello e lo presenta come il maggiordomo. Quando, però, il telegiornale si occupa del suo caso, accade qualcosa di strano. Anziché essere emarginati, i Coso assaporano l’ebbrezza dei privilegi.

Per loro si aprono tutte le porte. Michele diventa direttore marketing e Cristina inizia a frequentare Doriana (Agela Finocchiaro), la moglie snob e classista di Claudio Manetti. Grazie a lei, fioccano inviti per le serate mondane e i coniugi Coso sono fieri del traguardo raggiunto. Anche per i figli inizia la scalata della celebrità. Vittorio, in particolare, diventa amico di Alberico, il figlio dei Manetti.

Paola Cortellesi nel film “Un boss in salotto”. (Gianni Fiorito/Cattleya)

Il finale inaspettato

Nella loro ingenuità, Cristina e Michele pensano di aver conquistato il mondo, ma non è così. Arriva il processo e Ciro viene scagionato. I testimoni dichiarano che Cimmaruta è un delinquente di basso livello e che non ha nulla a che vedere con la criminalità organizzata.

La notizia, anziché tranquillizzare la cittadinanza, provoca un inaspettato effetto domino sulla famiglia Coso. Michele perde il posto da direttore marketing e viene spostato in uno sgabuzzino in attesa di licenziamento. Insieme all’ufficio, perde anche l’auto aziendale e tutti i benefit. Vittorio viene allontanato da Alberico e Cristina esce dal radar di Doriana. Delusa, esterrefatta e arrabbiata, capisce che ad aprire le porte dell’élite cittadina non sono state la simpatia e le buone maniere, bensì il rispetto e il timore nei confronti del fratello. Ciro è l’unico ad aver capito sin da subito cosa stava accadendo, ma non ha detto nulla, proprio per non ferire chi si ama.

Angela Finocchiaro nel film “Un boss in salotto”. (Gianni Fiorito/Cattleya)

Il ribaltamento degli stereotipi

Un boss in salotto è una commedia che ribalta gli stereotipi con una giusta dose di leggerezza. La famiglia Coso vive in una rispettabile cittadina del Nord Italia. Carmela si fa chiamare Cristina perché si vergogna del proprio passato, al Sud, e insegue il riscatto sociale, costi quel che costi, anche l’infelicità sua e della sua famiglia.

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L’arrivo di Ciro metterà in discussione le sue certezze, fino a quando sarà costretta a guardare in faccia la realtà. L’annoso scontro Nord-Sud si dissolve nel momento in cui gli abbienti e rispettabili Carlo e Doriana si rivolgono a Ciro per rimpinguare le proprie finanze. Cristina capirà che tutto il mondo è paese e che forse è giunto il momento di farsi chiamare con il suo vero nome.

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