Calciomercato, Azzurro Fuori Moda Un Anno Dopo Wembley. L'eccezione è Scamacca: Va Al West Ham

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TORINO — Gianluca Scamacca ha accettato il West Ham che pagherà al Sassuolo 36 milioni più 6 di bonus (e il 10% della futura rivendita). E la sua storia è un'eccezione virtuosa al trend negativo degli azzurri campioni d'Europa, finiti fuori moda. 

Bernardeschi ha raggiunto Insigne a Toronto: sono due baby pensionati perché, scegliendo di giocare in una squadra marginale di un campionato marginale (i canadesi sono penultimi in Mls), hanno di fatto deciso di chiudere la loro carriera, di rinunciare all'ambizione. Hanno scelto, beati loro, soldi e qualità della vita, preferendoli a una crescita professionale ancora possibile, anche se in Europa non avevano offerte irrinunciabili, anzi. In America (Los Angeles) è andato pure Chiellini, che però l'età del pensionato ce l'ha: ora può godersi l'ultimo giro. 

La notte di Wembley non ha cambiato la carriera agli azzurri, come se quell'avventura incredibile fosse stata nient'altro che una parentesi fuori dal tempo e dalla logica: nessuno ci ha guadagnato credibilità tecnica a livello internazionale. L'eliminazione dal Mondiale ha fatto il resto. Due di quei 26 sono disoccupati, Belotti e Sirigu. Il Gallo è desolatamente ignorato da tutti (adesso spera nel Borussia Dortmund che cerca un centravanti al posto di Haller, cui è stato diagnosticato un tumore), il portiere che caricava gli azzurri con bigliettini motivazionali ha un'offerta dalla Reggina. Tra i campioni d'Europa, qualcuno ha messo dei soldi solamente su Locatelli (ma la Juve, dove non ha scintillato, lo aveva già preso prima del torneo) e ora Pessina, per il quale il Monza ha investito una quindicina di milioni. Ma si tratta di una neopromossa, e lui era in Champions con l'Atalanta. 

Il calcio di medio-alto livello ha ignorato gli azzurri, anche quelli ancora poco conosciuti prima di quel trionfo. Passi per Chiesa, Spinazzola e Castrovilli, fuori a lungo per infortunio, ma nessun altro ha migliorato il proprio status. Nei top club restano i pochi che già c'erano (Bonucci, Bastoni, Verratti, Jorginho e Barella, oltre a Donnarumma che quell'estate passò dal Milan al Psg), ma tra i quarti dell'ultima Champions e le semifinali di Europa League l'unico italiano presente era Jorginho. Emerson è tornato, da esubero, al Chelsea, dopo un anno nero al Lione. Florenzi faceva la riserva nel Psg ed è andato a farla al Milan. Il più giovane, Raspadori, è sempre al Sassuolo, con poche prospettive di partenza. Acerbi, alla Lazio, è insultato dai suoi stessi tifosi. Il Napoli considera Meret una riserva. Berardi, che da anni ha statistiche (gol, assist) da fuoriclasse, non si schioda dalla provincia, né la mentalità provinciale si schioda da lui. 

Il disinteresse per i calciatori italiani è preoccupante. Francia, Spagna e Germania esportano copiosamente la loro classe media, mentre la nostra non è minimamente considerata, neanche quando si rivela come a Euro 2020. A proposito degli Hammers: Scamacca troverà Ogbonna, uno dei pochi italiani all'estero che abbia funzionato, ma sempre ignorato da Mancini. Anche il Portogallo vinse l'Euro a sorpresa, nel 2016. L'unica stella era Ronaldo e solo Pepe giocava in un top club, ma grazie a quel successo Renato Sanches si guadagnò il Bayern, Joao Mario l'Inter, Guerreiro il Borussia Dortmund, André Gomes il Barcellona. E negli anni anche Danilo Pereira, William Carvalho, Adrien Silva e Rui Patricio hanno fatto salti di carriera. Dei nostri non si è fidato (non si fida) nessuno.

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