Madre E Figlia Uccise A Samarate, Marito Si Rifiuta Di Parlare
Alessandro Maja, 57 anni, ha ucciso ieri nel sonno la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, e la figlia Giulia di 16 anni. Ancora vivo, ma con la speranza di farcela appesa a un filo, il figlio maggiore, Nicolò, ricoverato in gravissime condizioni in ospedale a Varese. L'uomo, dopo aver rifiutato di parlare con gli inquirenti dal letto d'ospedale, dove è ricoverato per atti autolesionistici successivi al delitto, è stato arrestato con l'accusa di duplice omicidio aggravato e tentato omicidio. (IL DUPLICE OMICIDIO)
L'arrestoMaja è stato portato nel carcere di Monza sulla base di un provvedimento di arresto in flagranza di reato. Domani o dopodomani sarà fissata l'udienza di convalida davanti al gip. Prima di essere trasferito nell'istituto di pena, Maja era piantonato in ospedale, sempre a Monza, per le ferite riportate forse nel tentativo di togliersi la vita, come emerso dai primi accertamenti. Al momento il geometra 56enne non ha ancora fornito una versione dei fatti agli inquirenti.
La ricostruzione dei fattiLa donna voleva separarsi, cambiare vita e ritrovare la felicità. Non le è stato possibile perché l'uomo che aveva sposato ha deciso di strapparle via la vita a martellate e trapanate in testa e, in preda a un delirio di onnipotenza, ha poi riservato la stessa fine anche ai suoi due figli, come in una scena di Arancia Meccanica. È questa la terribile dinamica del duplice omicidio di ieri mattina. La furia omicida è scattata intorno alle 7 di ieri mattina, quando Maja ha deciso di colpire a morte tutta la sua famiglia perché, secondo investigatori e inquirenti, non aveva accettato l'idea che sua moglie potesse desiderare una vita senza lui accanto. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 57 enne ha colpito per prima la moglie Stefania, che riposava sul divano della sala, due colpi violenti e secchi alla testa che non le hanno lasciato scampo. Poi è andato in camera della figlia Giulia, colpendo anche lei con la stessa ferocia. In ultimo si è scagliato contro Nicolò, che nel frattempo si è svegliato e ha iniziato a gridare, chiedendo aiuto, sperando che qualcuno lo sentisse. E difatti una vicina ha udito la sua voce disperata e ha chiamato il 112.
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